Olive calabresi a ru salaturu (ricetta tipica di Magisano)

Questa è una delle mie ricette del cuore, di quelle antiche, di quelle che vengono tramandate e che vivono ancora grazie alla pazienza, all’amore per il cibo e alla stima delle tradizioni della tua terra.
Le “Olive a ru salaturu”sono una conserva tipica calabrese ma ogni zona della Calabria ne ha una versione diversa, con più o meno ingredienti.
Quella che oggi vi racconto è tipica del mio paese natale, Magisano, nella provincia di Catanzaro, un paese piccolino ma ricco di prodotti semplici e deliziosi. Il paese dove ho vissuto i primi diciotto anni della mia vita e dove una parte di me, fanciullina e spensierata, è rimasta lì.
La ricetta e la realizzazione sono del mio papà, redigere una ricetta che si fa di solito a occhio è stata un’impresa ma era tanto il desiderio di regalarla a voi, ma soprattutto alle mie cugine argentine Silvia e Nora, che non ho resistito, dato che era da tempo che me l’avevano chiesta.
Avevo fatto questi spaghetti e vi avevo promesso la ricetta, mi piace mantenere le  promesse fatte!
Mangiammo queste olive insieme a i miei, insieme  alle cugine  argentine e ai miei nonni, ancora in
vita in quegli anni, è pazzesco come il cibo possa evocare così tanti
ricordi.

Nora e Silvia sono due persone incredibili. Conosciute nel 1999 in seguito ad una loro visita in Italia, venute per conoscere più a fondo le loro radici italiane, non ci siamo più perse e manteniamo ancor oggi rapporti telefonici e/o via mail.

Grazie a loro, mi sono impegnata ad imparare lo spagnolo da autodidatta per poter comunicare e le ringrazio per tutto l’affetto che in questi anni mi hanno sempre dimostrato.
Spero di poter andare presto a trovarle per riabbracciare di nuovo “mi familia argentina”.

¡Os quiero muchisimo primas!

OLIVE CALABRESI A RU SALATURU

10 kg di olive verdi appena raccolte
2 teste di aglio
1,5 kg peperoni riggitiani (tondi)
3 kg di  pomodori verdi
20 rametti di finocchietto selvatico essiccato
800 g di sale grosso
1 kg di melanzane
10 peperoncini rossi calabresi

Preparate un  contenitore di pvc per alimenti molto grande, dotatevi di un coperchio che sia di dimensione inferiore al diametro interno del contenitore in modo tale che esso possa comprimere il tutto.
Lavate e schiacciate le olive con un sasso grande oppure con un pezzo di legno.
Man mano che schiacciate le olive , tuffatele nel contenitore riempito di acqua ,  per non farle annerire.
Utilizzate un sacco retato dopo aver schiacciato tutte le olive,riempite la retina con le olive e immergete nuovamente le olive contenute nella rete.  per i giorni successivi dovrete cambiare l’acqua tutti i giorni per almeno 8 giorni. Ricordate di mettere un peso adeguato affinché le olive rimangano a fondo e non emergano al di fuori, scoperte dall’acqua.
Trascorso questo tempo,  assaggiate le olive, dovranno essere abbastanza dolci.
Procedete al denocciolamento e ributtate le olive in un contenitore nuovamente pieno d’acqua.
Lasciate le olive in acqua e attendete fino a che le verdure saranno pronte.
Affettate i pomodori verdi, i peperoni, l’aglio, le melanzane a filetti (solo la parte esterna, la buccia), il finocchietto essiccato e i peperoncini: mettete in una ciotola  e mescolate con il sale e unitele alle olive.
Versatele nel contenitore che avete preparato precedentemente e ponete sopra un peso (si consiglia 10 kg di sassi e oltre).
Con questo peso le verdure toglieranno acqua che andranno a coprire le verdure stesse. Lasciatele nel contenitore, trascorso un mese, assaggiate per sentirne il gusto. Sciacquate e strizzate bene le verdure e le olive, conditele con dell’olio evo (possibilmente calabrese) e servite accompagnando con salumi e formaggi.

Ps. se volete condirle in anticipo, mettete le olive condite in un barattolo di vetro pressandole con l’apposito attrezzo di plastica per barattoli.
Le olive nell’apposito contenitore in pvc si mantengono per lungo tempo (anche 2 anni).
Se dovesse formarsi della muffa in superficie, asportarla e prendere la quantità di olive desiderata e condirla.

Questo è il contenitore “salaturu” che veniva usato tradizionalmente per preparare le olive

Immagine presa dal web

Ecco la foto della seconda visita di Silvia e Nora, mie cugine argentine, a Magisano, correva l’anno 2000
 Con questa ricetta partecipo al contest di Tiziana
Un saluto dalla mia Calabria (sì, attualmente sono in vacanza da queste parti)
Ale

10 commenti

  1. Un post di ricordi e cibi legati alla tua terra. Abitando in Puglia mi è capitato di mangiare delle olive preparate in questo modo in una pizza chiamate La calabrese 😉
    bacioni e buona giornata

  2. Ale, sono entusiasta di questo articolo, della ricetta che sto gustando con occhi e mente e del tuo grande contributo alla mia raccolta. Ti ringrazio tantissimo!
    Tra oggi e domani farò il possibile per inserirla insieme alle altre.
    Grazie ancora e buona giornata 🙂
    A presto
    Tiziana

  3. Una ricetta veramente preziosa, racconta di tempi in cui l'attesa era parte del gusto di ciò che si stava preparando.
    Grazie per averla condivisa e per avermela fatta scoprire.
    Un abbraccio

  4. Questa ricetta è una vera ricetta della tradizione, con le misure della tradizione… Insomma, una volta quando facevano le cose le facevano per bene, e le condividevano! Avremmo dovuto imparare di più dal nostro passato! Grazie Ale per questa condivisione 😍

  5. Ale adoro le olive e queste sono uno spettacolo!!! Mi piacerebbe tantissimo assaggiarle!!! Un bacione e buona vacanza!! 🙂

  6. Ecco ora che conosco la ricetta mi mangio i gomiti per non averle provate quando ero in Calabria, una sera li misero come contorno …. grrrrr! !!

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